Karma is a bitch, si sa. Ma anche la burocrazia italiana non scherza.
Quindi è successo che io me ne andavo bel bella sulla strada di mattoni gialli della crescita professionale e qualcuno mi ha detto: ‘Ehi, tu, ma dove pensi di andare?’
[Che poi la realtà è un po’ più complicata di così ma per spiegare il mio punto, poco importa.]
Quello che voglio dire è che prima o poi a tutti è capitato di ricevere quell’improvvisa badilata sulla fronte, figurata o meno. Quella che 10 minuti prima avevi tutto uno schema in mente di quello che sarebbe stato il tuo futuro da qui a 20 anni e un momento dopo ti dicevano che no, non si poteva fare.
Quindi ho fatto quello che qualsiasi ragazza di buonsenso avrebbe fatto, uscendo dal commercialista: mi sono comprata una fetta di focaccia, mi sono seduta su una panchina ed ho pensato che alla fine non ne valesse la pena, che era stato bello finché era durato ma adesso grazie ed arrivederci.
Poi ho passato un fine settimana a crogiolarmi nelle mie incrollabili certezze: avevano vinto loro e io ero poverina.
E voi continuate pure a nuotare controcorrente, io mi sono stancata.
E devo dire che ho anche ricevuto un sacco affetto a conferma che si, ero davvero poverina.
Quindi, trascorso il weekend tra caldarroste e recriminazioni, ho incominciato mentalmente a fare le valigie. Ho iniziato ad abituarmi all’idea che tutta sta storia del freelance e della grafica non sarebbe stato il mio futuro, dopo tutto. Che avrei nuotato felice in favore di corrente facendo quello che la gente si aspettava da me. La cosa più facile.
Poi però mi è venuto in mente che non è quello che sono. Che non ho mai seguito la corrente, mai avuto uno stipendio fisso, un capo, una copertura Inps decente.
E che sono brava in quello che faccio.
E che, soprattutto, mi piace farlo. Da matti.
Mi piace la grafica vettoriale.
Mi piace disegnare le cose dal niente.
Mi piace la geometria dei punti che diventano linee. Le cornici, i colori, gli allineamenti.
Mi piacciono i font e mi piacciono le stampe.
Le mail che dicono: era proprio così che lo volevo.
Mi piace fare le palette di colori e spiegare la stessa cosa cento volte per far capire perché io lavoro così e non cosà.
Mi piace smanettare sul codice di WordPress e cambiare i colori alle cose, semplicemente cambiando un paio di lettere.
È una magia e io sono una piccola Houdini.
Code IS poetry, dopotutto.
Quindi questa mattina ho deciso, su quella stessa panchina (con un’altra focaccia), che da oggi inizio la dieta e che, come diceva Lionel Richie (qui sempre citazioni dotte): love will find a way.
Perché io sono un salmone, mica una sardina.